Le esportazioni di vino degli Stati Uniti sono crollate drammaticamente ad aprile 2025. Lo riporta la rivista di settore italiana Wine News citando l’American Association of Wine Economists (AAWE). Secondo i loro dati, il calo rispetto all’anno precedente è stato del 41,4%. Particolarmente colpito è il Canada, dove le esportazioni sono crollate del 93,2% a causa di nuove tariffe, passando da 40,2 a soli 2,7 milioni di dollari statunitensi. Il Canada era finora il mercato di esportazione più importante per il vino imbottigliato statunitense. Nel 2024, il volume commerciale ha raggiunto i 423 milioni di dollari statunitensi, di cui circa il 95% proveniva dalla California. Negli scaffali dei supermercati canadesi, il vino statunitense è ormai difficile da trovare. Invece, i cartelli pubblicizzano l’acquisto di prodotti locali. Nel aprile 2025, per la prima volta nella storia, le importazioni statunitensi dal Canada (4,72 milioni di dollari statunitensi) hanno probabilmente superato le esportazioni nella direzione opposta.
Situazione simile si riscontra in altri mercati: nel Regno Unito, le esportazioni di vino statunitensi sono diminuite del 29,4%, in Cina addirittura del 69,9%. In Germania, la perdita rispetto ad aprile dell’anno precedente è del 3,6%. Solo pochi paesi mostrano resistenza alla tendenza al ribasso: Giappone, Paesi Bassi, Francia, Messico e Panama hanno registrato un aumento rispetto all’anno precedente.
Le cause dei massicci cali sono le tariffe punitive imposte dal presidente statunitense Trump. Mentre i produttori di vino europei soffrono anch’essi per le incertezze, i produttori statunitensi ne risentono ora in modo tangibile, non da ultimo a causa di appelli al boicottaggio e del crescente interesse di molti paesi per i prodotti locali.
(al)
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