La scena vinicola italiana piange il defunto Papa Francesco. Nel suo ruolo di Vescovo di Roma, è stato un sostenitore dell’industria vinicola italiana. Suo padre proveniva dalla zona vinicola piemontese di Asti. Nel 2016 ha suscitato scalpore con una dichiarazione. Allora ha dichiarato pubblicamente: “Il vino esprime l’abbondanza del banchetto e la gioia della festa. Immaginate se si concludesse il banchetto nuziale con il tè – sarebbe una vergogna.”
Nel 2023 è stato fondato il Centro per l’istruzione superiore “Laudato si” nella residenza estiva papale di Castel Gandolfo. Con questa istituzione, il Vaticano promuove la transizione ecologica, al centro della quale ci sono l’ambiente, la società umana e la sua coesione sociale. La viticoltura gioca un ruolo particolare: nel 2024 Francesco ha incaricato il noto enologo italiano Riccardo Cotarella di piantare due ettari di vigneti a Castel Gandolfo. La cuvée composta principalmente da Cabernet Sauvignon sarà venduta esclusivamente in Vaticano a partire dall’anno prossimo. Il Papa ha anche nominato il presidente dell’Università di Geisenheim, Prof. Dr. Hans Reiner Schultz, nella commissione esperti per “Laudato si”.
All’inizio del 2024, Francesco ha ricevuto oltre 100 produttori di vino italiani per un’udienza. In quell’occasione ha detto: “Il vino, la terra, le capacità agricole e le attività imprenditoriali sono doni di Dio. Ma non dobbiamo dimenticare che il Creatore ce li ha affidati, alla nostra sensibilità e onestà, affinché li rendiamo una vera fonte di gioia per il cuore dell’uomo – e per ogni uomo, non solo per quelli con più possibilità. È quindi bene che riflettiate insieme sugli aspetti etici e sugli obblighi morali che tutto ciò comporta. Le linee guida fondamentali a cui dovete ispirarvi – cura dell’ambiente, lavoro e abitudini di consumo sane – mostrano un atteggiamento di rispetto su vari livelli.”
Riccardo Cotarella, che è anche presidente dell’associazione dei viticoltori Assoenologi, ha onorato il defunto Papa: “Ricordo con emozione le sue parole: senza vino non si può festeggiare. Questa frase contiene un messaggio profondo: il vino è un simbolo di gioia, di comunità, di condivisione. Come enologi, come italiani, come esseri umani, oggi perdiamo un capo spirituale che ha restituito al vino il suo valore umano e simbolico.”
(al / Fonte: drinksbusiness; wein.plus)
Ulteriori informazioni:
Prof. Schultz nominato nella commissione esperti papale
Papa Francesco fa coltivare vino a Castel Gandolfo