Gli Stati membri dell’UE hanno reagito con preoccupazione, orrore e incredulità alla minaccia di dazi su vino e champagne da parte del presidente statunitense Trump. Le associazioni di categoria italiane e francesi avvertono di un’ulteriore escalation nella disputa commerciale.
Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV), ha definito l’annuncio di Trump così drastico da apparire “quasi come una provocazione”. Ha avvertito che dei dazi del 200% avrebbero conseguenze catastrofiche per il settore vinicolo europeo: “Con dazi del 200% l’UE dovrebbe affrontare perdite di esportazione di circa 4,9 miliardi di euro.” Anche le esportazioni di vino italiano negli Stati Uniti, che nel 2024 ammontavano a circa 1,93 miliardi di euro, sarebbero gravemente compromesse.
L’associazione di categoria italiana Federvini ha dichiarato: “L’escalation della disputa commerciale porta a situazioni grottesche, in cui alla fine tutti perdono.” Negli ultimi vent’anni, le esportazioni di vino italiano negli Stati Uniti sono aumentate del 162%. Il mercato statunitense rappresenta attualmente circa un quarto di tutte le esportazioni di vino italiano.
“Con dazi del 200% il business si ferma”, ha avvertito anche Nicolas Ozanam dell’associazione degli esportatori di vino e liquori francesi AFP. Un dazio così elevato porterebbe di fatto a escludere determinati prodotti dal mercato. Per il settore vinicolo, questa decisione è uno shock. Gli Stati Uniti sono il mercato di esportazione più importante per champagne e anche per vini di Bordeaux e Borgogna. Nel 2023 sono state esportate circa 26,9 milioni di bottiglie di champagne per un valore di 810 milioni di euro negli Stati Uniti.
Anche per le cantine tedesche i dazi statunitensi potrebbero avere conseguenze drammatiche: gli Stati Uniti sono il principale paese di esportazione di vino con una quota del dodici percento, davanti a Norvegia, Paesi Bassi e Regno Unito. Secondo i dati dell’Istituto del Vino Tedesco, il valore delle esportazioni nel 2023 è stato di circa 63 milioni di euro, non sono disponibili dati più recenti. A livello mondiale, i produttori tedeschi hanno esportato in questo periodo vino per un valore di circa 384 milioni di euro.
Il ministro del commercio francese Laurent Saint-Martin ha reagito con decisione all’annuncio di Trump: “Non ci piegheremo alle minacce e proteggeremo sempre il nostro settore.” Anche il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha annunciato: “Stiamo lavorando a un piano e stiamo considerando mercati di esportazione alternativi per limitare i danni.”
Le conseguenze economiche sono già tangibili: secondo la piattaforma di trading IG Italia, i titoli di Campari sono scesi del 4,3% e quelli di Italian Wine Brands del 3,3%. Anche LVMH e Rémy Cointreau in Francia hanno subito perdite.
Le cantine californiane potrebbero invece trarre vantaggio dalla disputa commerciale. I dazi elevati sui vini europei importati li rendono significativamente più costosi. Per i consumatori statunitensi e anche per la ristorazione ci sarebbero alternative locali più economiche. Ieri Trump ha scritto sulla piattaforma X che i dazi sui vini europei “saranno fantastici per il settore del vino e dello champagne negli Stati Uniti”.
Le associazioni chiedono ora un approccio unito e ponderato da parte dell’UE per prevenire un’escalation del conflitto commerciale. Nel frattempo, l’UE ha mostrato disponibilità al dialogo. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, il commissario per il commercio Maros Sefcovic ha immediatamente contattato i suoi interlocutori a Washington. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sottolineato mercoledì che i dazi statunitensi sono “dannosi per gli affari e ancora più dannosi per i consumatori”.
(ru / Winenews, La revue du vin de France, Tagesschau, Drinks Business, Wine Searcher)
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