La fiera del vino Vinitaly ha attirato, come lo scorso anno, circa 97.000 visitatori a Verona. Tra questi, 32.000 visitatori professionali provenienti dall’estero, il che corrisponde a un aumento del sette percento rispetto all’anno precedente. Gli importatori provenienti da Gran Bretagna (+30%), Francia (+30%), USA (+5%) e Germania (+5%) hanno mostrato grande interesse – solo dalla Cina hanno partecipato al fiera il 20% in meno di commercianti rispetto a prima.
L’atmosfera tra gli espositori era per lo più positiva e combattiva, anche se le conversazioni si sono concentrate soprattutto sulle tariffe doganali statunitensi. Molte cantine si sono mostrate insicure a causa della problematica doganale. Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (UIV), ha dichiarato: “I dazi sono una grande sfida, ma il Vinitaly ha dimostrato che noi come settore siamo uniti. Lo scambio diretto con partner internazionali è stato più importante che mai.”
Così la fiera si è posizionata come un importante evento internazionale per dimostrare l’unità del settore vinicolo italiano. Secondo Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, la fiera dimostra in modo impressionante “che il mondo del vino italiano può presentarsi e reagire unito anche in tempi difficili”. In particolare, la visita dei commissari europei Christophe Hansen (Agricoltura) e Olivér Várhelyi (Salute) è stata vista come un segnale incoraggiante per il futuro. Entrambi hanno annunciato un concreto sostegno per il settore vinicolo.
Alla fiera è stato inoltre presentato per la prima volta il formato “Vinitaly Tourism”, che pone l’accento sul turismo vinicolo sostenibile. Anche il tema dei vini No/Low Alcohol ha ricevuto nuovo spazio con una propria zona di degustazione.
Con oltre 4.000 aziende espositrici e cantine, molte associazioni e istituzioni nazionali ed europee, il Vinitaly rimane una piattaforma strategica centrale per il settore vinicolo italiano.
La prossima edizione del Vinitaly si svolgerà dal 12 al 15 aprile 2026.
(ru / Comunicato stampa)
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