In Piemonte, prima del prossimo raccolto, devono essere smaltiti circa nove milioni di litri di vino in eccesso. A essere colpiti in modo particolare sono Barbera e Dolcetto delle province di Asti e Alessandria, così come Cortese, Moscato e Brachetto. In un incontro del 30 giugno a Torino con il ministro regionale dell’Agricoltura Paolo Bongioanni, diversi consorzi di tutela del Piemonte hanno richiesto la distillazione di crisi delle scorte invendibili.
Tra l’altro, hanno richiamato l’attenzione sui problemi del consorzio Asti, che riporta un calo delle imbottigliature del dodici percento al mese rispetto al 2024. Secondo il consorzio Barbera d’Asti, attualmente nei magazzini ci sono circa quattro milioni di litri di vino rosso invenduto.
Il ministro regionale dell’Agricoltura Paolo Bongioanni ha ora rifiutato la distillazione di crisi. “Una crisi del vino in Piemonte? Non esiste. Chi produce vino deve anche essere un imprenditore”, ha dichiarato Bongioanni con fermezza. Queste affermazioni hanno suscitato indignazione tra i consorzi interessati. Vitaliano Maccario, presidente del consorzio Barbera d’Asti, ha risposto sul quotidiano Corriere di Torino: “Rappresentiamo il settanta percento della viticoltura regionale. Non siamo un fenomeno marginale. Bisogna ascoltarci.”
Il prossimo incontro con i politici regionali è fissato per il 14 luglio. Nel frattempo, il ministro Bongioanni si consulterà con i suoi colleghi a Roma. Il ministro italiano dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato colloqui con tutte le regioni per valutare la situazione a livello nazionale. Anche in Toscana, nei giorni scorsi, sono state sollevate richieste di distillazione di crisi e risarcimenti finanziari per le deforestazioni.
(ru)
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